giovedì 16 settembre 2010

Amici...e compagni


Se si telefonavano, forse, era meglio. Ma loro no, testardi, devono ‘andare sui giornali’. Tanto per far incazzare, ancora di più, a noialtri.
A dare il via ai fuochi d’artificio (stavo per scrivere fuochi fatui, ma poi ho temuto di portare sfortuna) ci ha pensato il Capogruppo del PD nel Consiglio Comunale di Terni, Giampiero Amici, che sulla vicenda della mancata elezione di Valerio Tabarrini alla Presidenza della Commissione Controllo e Vigilanza (in sostituzione di Alessandro Chiappalupi, finito in carcere), ha puntato il dito contro David Tallarico e Giorgio Aquilini Ugolini, i due Consiglieri della Lista Civica che hanno abbandonato l'aula prima del voto, contribuendo a far mancare il numero legale.
"Non erano obbligati a votarlo – ha tuonato Amici – si può essere anche in dissenso, ma non si fa mancare il numero legale”. Ed ha poi sentenziato: “Occorre maggiore responsabilità politica”.
Una prima replica era arrivata da Giocondo Talamonti, Capogruppo di Rifondazione Comunisti Italiani: “Spiace dover rimarcare il comportamento del Capogruppo del PD che, per nascondere le difficoltà del suo Gruppo, si scaglia contro alleati i quali, sempre e in ogni occasione, sono stati e sono presenti non facendo mai mancare il numero legale e sostenendo con lealtà la Giunta”.
E poi l’affondo: “L’attenzione del Capogruppo del PD dovrebbe essere rivolta alla maggioranza nel suo complesso e dovrebbe ricordarsi che le scelte vanno sempre condivise e partecipate, mai imposte. Chiedo, come già chiesto in riunione di maggioranza, un incontro per un chiarimento sui rapporti e sui comportamenti perché siano improntati ad un autentico  spirito costruttivo e rispettoso di ogni forza politica”.
Poi è arrivato Giorgio Aquilini Ugolini, che rispondendo ad Amici ha deciso di sollevare un po’ di polvere: “Vogliamo ricordare al Consigliere Amici che sia io che Tallarico non accettiamo lezioni di stile da nessuno, soprattutto da chi rappresenta il Gruppo di maggioranza relativa in Consiglio Comunale  e che sistematicamente  da inizio Legislatura ha messo in difficoltà il Sindaco e l'intera maggioranza di centrosinistra a causa dei malumori interni atti a soddisfare questo o quell’interesse puramente personale o di incarichi”. Che poteva già bastare.
Però poi Giorgio Aquilini Ugolini ha deciso di andare avanti, ricordando che i voti presi lo scorso anno dalla Lista Civica “hanno consentito anche ad Amici di esser parte della maggioranza che governa questa città, è bene che lo ricordi! Come deve ricordarsi che se non fosse stato per il senso di responsabilità del nostro Gruppo Consiliare che in fase di costituzione della nuova Giunta comunale, con due consiglieri eletti ha rinunciato alla rappresentanza di Giunta, saremmo ancora qui a parlare! Invito il consigliere Amici a guardare e risolvere i problemi del suo partito che sono tanti e a non proferire lezioni a  chi da inizio legislatura, a differenza di alcuni Consiglieri del suo Gruppo, ha sempre sostenuto e sosterrà lealmente il Sindaco Di Girolamo nei difficili anni di governo di questa Legislatura”.
Tanto che Giampiero Amici è stato costretto a concedere il bis: “Il consigliere Aquilini ha fatto una constatazione che è da tempo sotto gli occhi di tutti, cioè quella che il gruppo del PD ha posizioni spesso articolate e a volte differenziate, dovute, innanzitutto, al fatto di essere un grande Partito che raccoglie un'ampia pluralità di posizioni e di esperienze. Comunque, a maggior ragione, Aquilini e il suo Gruppo pensino a fare il proprio dovere e ad assumersi le proprie responsabilità, che nel loro caso sono doppie rispetto a quelle degli altri gruppi della maggioranza. Loro sono il gruppo che ha il nome del nostro sindaco Di Girolamo e non poco devono alla popolarità e alla presa che il nome del sindaco ha avuto sull'elettorato. Per questo non devono mai e poi mai mettere in difficoltà la maggioranza e il Sindaco con atteggiamenti in Consiglio Comunale incomprensibili, mossi più da personalismi che da valutazioni politiche. Invito il gruppo di Progetto Terni a guardare agli interessi complessivi della città e della maggioranza che la governa insieme al suo sindaco. Dopo, molto dopo, vengono le esigenze di visibilità dei singoli consiglieri”.
E per chi sta in minoranza, come Enrico Melasecche, è come essere invitati a un festino: “A Palazzo ormai si naviga a vista. Non c'è seduta di Consiglio Comunale che non costituisca una piccola, triste avventura. Non si contano ormai le volte in cui è saltata la maggioranza ed il Consiglio è stato sciolto per mancanza di numero legale. La sceneggiata di lunedì, sulla defenestrazione di Chiappalupi, finita nel nulla, costituisce la goccia che fa traboccare un vaso fragilissimo, strattonato da troppi pretendenti. Sciolto il consiglio al secondo inutile appello, tutti a casa senza aver combinato un bel nulla! Uno spettacolo da commedia dell'arte”.

Già, da Commedia dell’Arte. Un po’ come l’Atto di indirizzo, che lo stesso Melasecche aveva presentato lunedì, su “Poste Italiane, peggioramento della qualità dei servizi soprattutto nel centro di Terni”, denunciando il problema della mancanza delle cassette postali, i tagli ai servizi di base, la soppressione dello sportello business, le lunghe file, il personale insufficiente agli sportelli.

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