mercoledì 15 settembre 2010

Ci vorrebbe una torre...


Per vederci più chiaro e capire meglio che diavolo succede dentro e intorno (in tutti i sensi) all’aviosuperficie di Terni, forse, sarebbe necessario, davvero, volare più alto. O solo salire, almeno un po’, di livello.
Perché l’impressione è che intorno a quell’area, nata dall’idea di un gruppo di appassionati, sembra proprio essersi scatenata una battaglia fatta, certamente sì, di rivalità sportive (piloti contro paracadutisti), ma anche di soldi. Tanti soldi.

Ieri (nel più rigoroso segreto e la cosa, francamente appare ridicola) la Commissione di Controllo e Garanzia del Consiglio Comunale di Terni ha ascoltato il personale dell’ENAC (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile) che è l’Autorità di regolazione tecnica, certificazione, vigilanza e controllo nel settore dell'aviazione civile in Italia; al quale sono stati chiesti lumi.
Magari anche per rispondere a chi, come il Consigliere Comunale Mauro Nannini (PRC) aveva chiesto al Sindaco di spiegare “a chi spetti di controllare che i lanci paracadutistici avvengano all’interno della zona autorizzatae se risponda  al vero la notizia che ENAC ha ricevuto la segnalazione di una mancata collisione lo scorso 29 agosto”.
Già, perché in più di un’occasione (le polemiche tra chi vuole solo volare in aereo e chi vuole anche lanciarsi con il paracadute sono ormai una consuetudine; gli incidenti di cui sono vittime i paracadutisti sono all’ordine del giorno e last but not least, ci sono scappati tre morti in poco tempo) alla Commissione di Controllo e Garanzia, era stato, più o meno, detto che era tutto a posto e che non c’era nessun bisogno di approfondire.
A qualcuno, però, pare sia venuta voglia di vederci più chiaro, visto che il Comune è proprietario dell'aviosuperficie e che è l’azionista di maggioranza della Società che gestisce l'impianto.
Le cose starebbero così: ovviamente gli aerei che ospitano i paracadutisti possono decollare e atterrare dall’aviosuperficie, ma i lanci non potrebbero essere effettuati sulla verticale dell’impianto e, sembra evidente, i paracadutisti non potrebbero atterrare lì o nelle vicinanze.
Tanto che, nei mesi scorsi, leggilo qui, l’Aero Club di Terni e l’Aero Club Avio, hanno annunciato la sospensione di “ogni attività istruzionale presso l’aviosuperficie di Terni, in concomitanza  con l’attività di paracadutismo”.
Il provvedimento, spiegavano, “è stato adottato in via prudenziale stante l’interferenza dell’attività di paracadutismo con l’attività di volo, data dal continuo conflitto di traffico che sistematicamente si verifica sia in circuito (paracadutisti in discesa), che a terra (operazioni di attesa e imbarco) all’interno della stessa struttura”.
Tra le richieste che facevano, allora, c’era quella di  effettuare tutti i controlli e le verifiche necessarie a stabilire “se e come i paracadutisti possano svolgere la loro attività di lancio e atterraggio sull’aviosuperficie di Terni, nonostante non ci sia uno spazio a loro riservato per tale attività” e “se l’attività di paracadutismo è subordinata e non prevalente rispetto all’attività di volo in essere sul campo di Terni, cosi come recita l’Art. 5 dell’allegato A del Regolamento Operativo del Comune di Terni datato 14 Aprile 2008”.
Il tutto – esistono due Enti preposti a stabilire le regole: uno si chiama ENAV (Ente Nazionale di Assistenza al Volo) ed è la Società a cui lo Stato demanda la gestione e il controllo del traffico aereo civile in Italia), l’altro è, appunto, l’ENAC – ruota intorno all’ormai famoso NOTAM (NOtice To Air Man), che viene utilizzato dai piloti per essere aggiornati sulle ultime informazioni disponibili di un determinato aeroporto e anche sui rischi connessi con il lancio di paracadutisti.
E il NOTAM relativo all’aviosuperficie di Terni indicherebbe che la zona utile per l’attività paracadutistica (una sorta di cono ideale, cielo-terra, all’interno della quale i paracadutisti potrebbero svolgere la propria attività in sicurezza e senza determinare pericoli per il volo altrui) sarebbe semplicemente posizionato in una zona diversa da quella nella quale, invece, avvengono i lanci.
E ENAC avrebbe ribadito, anche ieri, di non aver ricevuto nessuna segnalazione (a farlo dovrebbero essere: il gestore operativo della struttura, i piloti degli aerei interessati e gli stessi paracadutisti) relativa all’attività di lancio al di fuori del NOTAM.
Pare di capire, insomma, che alla base di tutto ci sia un errore. Grave. Già, perché se davvero il cono utile per il lancio dei paracadutisti non corrispondesse con l’area utilizzata, le domande successive sarebbero altre: chi ha sbagliato? Chi non ha impedito che ciò accadesse? E, soprattutto, perché?

4 commenti:

  1. Ricevo e pubblico molto volentieri:

    Caro Marco,
    come sai sono impegnato da diverse, lunghe settimane nel dare il mio contributo a sviscerare situazioni che attengono QUESTIONI DI SICUREZZA e di trasaprenza amministrativa e gestionale relative a un bene pubblico per il quale a suo tempo sono stati spesi diversi soldi della comunità ternana, la mia comunità (anche se vivo fuori): l'aviosuperfcie "ALVARO LEONARDI" in località Le Sore.
    Colgo l'occasione di questo tuo spazio libero per confermare alcune questioni, per correggerne (senza presunzione, credimi) altre e per dare ulteriori informazioni in merito alla vicenda.
    Prima, però, voglio fare una premessa. Vengo accusato da chi si sente attaccato personalmente di scrivere idiozie e/o di voler distruggere l'aviosuperficie. A questi signori illustri vorrei dire che faccio il giornalista. Lo faccio con passione e con grande impegno. Gli errori capitano a tutti e quindi anche a me. Tuttavia sono sereno sulla bontà di quanto fatto fino a oggi. Non voglio distruggere l'aviosuperficie che ritengo, al contrario, un ottimo volano per uno sviluppo turistico del comprensorio di cui tutti parlano da troppo tempo a vanvera. E' proprio perchè credo in questa struttura che ritengo valga la pena capire cosa in essa sta accadendo. Se è tutto regolare, se si può fare meglio. Se a guadagnarci è una comunità intera o solo poche persone. Spiace, ma non stupisce, constatare che da tale impegno non vengano presi spunti per una seria e positiva riflessione.
    (segue)

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  2. Veniamo al dunque.
    IL NOTAM
    L'area autorizzata e centrata sulla coordinate 42°35'01" N 012°39'19" E (valevole fino al 12/12/2010) (divertitevi con Google Earth) non è un cono, bensì un cilindro perchè identifica un cerchio di raggio 2 miglia nautiche che va da terra fino al Flight Level 150, ovvero 15mila piedi, cioè circa 4500 metri.
    In Italia esistono diversi centri paracadutistici, chiamati Drop Zone, dove si pratica il paracadutismo sportivo, ovvero quello dove la gente paga per divertirsi lanciandosi e praticare sport in diverse specialità (free style, tuta alare ecc). La maggior parte delle Drop Zones sono private e insistono su aviosuperfici PRIVATE. In ogni caso quasi tutti, specie quelle "concorrenti" (perchè alla fine dei giochi il nocciolo è questo, è la "concorrenza) hanno il Notam centrato sull'aviosuperficie di partenza dell'aero para, oppure (è il caso delle Marche) spostato ma che comunque copre la pista di partenza dell'aereo che è poi anche la pista di atterraggio dei para. Tutte le Drop Zone hanno un livello massimo di 150 perchè è da 4500 metri che si possono praticare al meglio alcuni sport. A Terni prima del 2009 e per parte dello stesso anno, il Notam era correttamente posizionato sull'aviosuperficie "Leonardi" ma aveva un livello molto più basso: 80 prima, e 100 poi. Questo perchè l'avio serviva principalmente solo ad attività scolastiche: cioè si formavano parà da "licenziare" che poi potevano anche esercitare attività sportiva lanciandosi dal livello 80 o, successivamente, livello 100 ma certo non potevano praticare certe discipline proprie solo delle Drop Zone.
    (segue)

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  3. A un certo punto qualcuno ha intravisto a Terni la possibilità di aprire una Drop Zone competitiva con le altre del Centro Italia. La pista di 800 metri in asfalto è stata un bel biglietto da visita consentendo di impiegare anche aerei di un certo tipo. Per fare una Drop Zone competitiva, però, serviva il livello 150. Così in estate 2009 venne fatta richiesta a Enac. Enac scrive a Enav che risponde: nossignore. Il livello 150 sopra all'avio di Terni non è possibile perchè ci sono due aerovie commerciali controllate (queste sì per davvero, dall'Acc - Air Control Center Enav - di Roma). Enav dice: se volete il Notam a 150 dovete andare un po' più là. Enav comunica a Enac che comunica a Terni che accetta. Quindi: il Notam sta di là, ma si buttano e svolgono attività di qua. La scorsa domenica è stato evidente a tutti. Notare che tale Notam che sta di là, sta di là dagli inizi del 2010.
    (segue)

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  4. LA FAVOLETTA
    C'è stato sicuramente un errore, ma gli errori capitano a chiunque. L'ho detto prima. ERRARE UMANUM, PERSERVERARE, però, DIABOLICUM. Credo fermamente sia meglio ammettere di aver sbagliato e apportare correttivi, specie se c'è di mezzo la sicurezza. Invece si è scelta un'altra strada. Si è detto più volte (da qualcuno di autorevole) - e pare che questa sarà anche la strategia futura - che i paracadutisti si lanciano dentro il Notam e poi vanno ad atterrare a Maratta, sull'aviosuperfcie. Minchia: pensavo che Superman fosse solo un fumetto. Magari esistesse! E invece chi è stato in avio, come me, domenica 12 settembre, ha potuto vedere anche a occhio nudo dove avvenivano i lanci. Su internet ci sono decine di video dai quali si capisce il punto dove si lanciano. I punti di riferimento sono la cava di San Pellegrino e i laghetti artificiali di Narni Scalo (http://www.facebook.com/l/329f281oGhAVJKA2SV0HCS8VEZw;www.youtube.com/paracadutismoroma)
    Non bastasse questo, c'è un altro video dove un gruppo sportivo si allena per la manifestazione di domenica scorsa nel quale viene immortalato (all'inizio) anche il momento del cosiddetto briefing. In questo momento si vede il posizionamento dell'aereo parà e i paracadutisti che simulano l'uscita e l'inizio del loro circuito (http://www.facebook.com/l/329f2BfwMJeuOL21Jw1F06ohKKA;www.youtube.com/watch?v=CATya3_g1BM). Enac, inoltre, ha comunque chiarito che tutta l'attività deve effettuarsi dentro la zona autorizatta: sia il lancio, sia l'atterraggio. Quindi, per concludere, Marco, alle tue domande finali ne aggiungo una io: perchè si continua a far finta di nulla?
    Andrea Fabbri

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