lunedì 13 settembre 2010

Testamento Biologico, perché no?


Il Testamento Biologico è l’espressione delle volontà di una persona in merito alle disposizioni mediche in caso di incoscienza.
Se un paziente è cosciente, infatti, può dire “si” o “no” all'intervento che si vorrebbe porre in essere sul suo corpo; il paziente incosciente (perché repentinamente caduto in coma, o per qualsiasi altro motivo che lo renda incapace di esprimere legittimamente un consenso) pur possedendone il diritto non ha modi concreti per farlo.
Tutto resta affidato al medico, che non sa cosa veramente desidererebbe il paziente.
 Visto, però, che il diritto all'autodeterminazione è riconosciuto da tutti gli Stati democratici, compreso il nostro (fu inserito nell’Articolo 32 della nostra Costituzione, per volontà e iniziativa di Aldo Moro) ed è anche sancito dall’Articolo 3 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, è opportuno che questo diritto si possa esercitare liberamente
L'esistenza di tale diritto è chiara e in proposito si veda il caso Englaro nel quale la Suprema Corte di Cassazione autorizzava la Corte d'Appello di Milano ad appurare, com’è accaduto, la volontà della paziente Eluana e, nel caso l'accertamento fosse positivo, ad autorizzare il padre al distacco dell'alimentazione e dell'idratazione forzata. Come poi è avvenuto.
Insomma: la Costituzione garantisce, anche per volontà della allora illuminata componente democristiana, che contribuì in maniera decisiva alla sua scrittura, che ogni persona possa decidere del proprio futuro.
Occorre quindi tutelare sul piano fattuale la manifestazione di tale volontà, attraverso strumenti idonei.
Il Registro del Testamento Biologico è uno di questi strumenti: un servizio gratuito e pubblico – che varie Amministrazioni Comunali in Italia stanno offrendo ai loro cittadini – rilevante sul piano probatorio, utile al medico, ai famigliari ed eventualmente ai giudici, attraverso il quale i cittadini possono esprimere la propria volontà a futura memoria.
Questo servizio è però negato ai cittadini ternani: il 19 aprile scorso, infatti, 20 Consiglieri Comunali ternani (equamente divisi tra maggioranza e minoranza) hanno detto no, mentre 13 (tra loro anche il Sindaco e un Consigliere di minoranza) hanno detto e 1 Consigliere (della maggioranza) ha ritenuto opportuno astenersi. 7 Consiglieri comunali (2 della maggioranza e 5 della minoranza) se ne sono stati, invece, a casa il giorno in cui si votava.
Il Comitato per il Registro del Testamento Biologico a Terni sta lavorando per fare in modo che questa negazione dei diritti dei cittadini ternani sia rimossa (su Facebook è presente un Gruppo che, al momento in cui scrivo, conta 1019 iscritti):
Mi sembra giusto ricordarlo.

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