mercoledì 20 ottobre 2010

Che succede se gli immigrati diventano "una risorsa"?


Leggendo i giornali locali, stamattina, ho pensato che alcuni titoli avrebbero provocato delle reazioni
Fino a questo momento, invece, niente
E, sinceramente, non so se questo sia un dato positivo o negativo
Vogliamo vederli, insieme, alcuni di questi titoli?



Ora, che la presenza dei cittadini stranieri, dalla fine del secolo scorso, abbia via via raggiunto punte considerevoli, era noto a tutti


I 10.891 cittadini stranieri ‘censiti’ oggi, a fronte dei 112.735 residenti complessivi, risultano numericamente molto vicini a quel 10% che, approssimativamente, veniva da tutti stimato: il dato preciso è, infatti, del 9,66%

E tutto lascia pensare che questa percentuale sia destinata ad aumentare


Soprattutto perché i numeri parlano di una popolazione scolastica nella quale la presenza di bambini di origine straniera è superiore al 10%

Basta dare un’occhiata ai numeri contenuti nel volumetto “Conoscere Terni 2010”, realizzato in occasione della Giornata Mondiale della Statistica, per prenderne atto


Balza agli occhi il fatto che, a fronte dei 10.891 cittadini stranieri presenti, la popolazione ternana sia cresciuta, in dieci anni, di ‘sole’ 4.996 unità

E che, nell’ultimo anno, se la popolazione è cresciuta di 614 unità lo si deve solo al fenomeno dell’immigrazione (2.882 nuovi cittadini, ovviamente non tutti stranieri, a fronte di 1.747 emigrati), mentre il saldo tra nascite e decessi risulta in negativo per 421 unità


Il Direttore Generale del CENSIS, Giuseppe Roma, in un’intervista che mi ha recentemente concesso, dice molto chiaramente: “Gli immigrati finora si sono integrati in modo spontaneo, senza veramente governare il processo di inclusione. Nel futuro avremo  forse maggiori difficoltà, perché le seconde e terze generazioni si sentiranno italiani di differente origine culturale e rivendicheranno di più dei loro padri. Ne potrebbero nascere delle tensioni. Comunque il fondamentale ruolo di chi viene in Italia per migliorare la propria condizione attraverso il lavoro è quello di spingere, dal basso, la società a essere più dinamica, a crescere di più, con una maggiore disponibilità al sacrificio”

Sul fatto che i cittadini stranieri possano, e debbano, risultare un valore aggiunto io, personalmente, non ho dubbi: ma io mica la governo, la mia città  

Ecco perché 
l’assenza di reazioni, 
almeno ufficiali, 
mi lascia perplesso

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